L’Orchestra della Rai festeggia l’Italia con le sinfonie che la legano all’Europa

All’Auditorium Toscanini concerto con il pianista Giuseppe Albanese

Published 31/01/2019
FRANK CASSINE

La buona musica travalica i confini, abbatte le barriere e oltrepassa i luoghi comuni. Ne è chiaro esempio il concerto di domani , venerdì 1 febbraio, ospitato all’Auditorium Toscanini di Torino con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da James Conlon e con solista al pianoforte Giuseppe Albanese. «La caratteristica principale di questo appuntamento è essere interamente dedicato a musica sinfonica italiana – dice Ernesto Schiavi, direttore artistico dell’Osn Rai -. Cosa che succede con poca frequenza poiché non esiste un patrimonio sinfonico così ampio, certamente non come quello operistico, e proprio per questo sarà un’occasione unica. A volerlo fortemente è stato il maestro Conlon che ci teneva a eseguire pagine di autori italiani, così come tiene molto a rivalutare artisti vittime dell’olocausto».

James Conlon, americano con origini lucane che dall’ottobre 2016 è il direttore principale della compagine torinese, da tempo porta avanti con la sua Fondazione Orel il progetto di recupero del patrimonio musicale e della memoria storica di compositori perseguitati e oscurati dal nazismo. Un impegno che lui stesso definisce «una missione» e che gli ha permesso di riportare alla luce partiture preziose, come quelle di Alexander von Zemlinsky a cui ha dedicato un concerto lo scorso novembre.

In questo senso si incunea il lavoro di Leone Sinigaglia, musicista raffinato, alpinista appassionato, esponente fra i più ammirevoli di quella borghesia ebraica che fu il lievito della vita intellettuale e civile torinese fra Otto e Novecento, travolto in vecchiaia dalle leggi razziali del fascismo finché nel 1944 la morte lo colse al momento dell’arresto che avrebbe dovuto preludere alla sua deportazione. «A 150 anni dalla sua nascita eseguiremo due danze piemontesi – prosegue Schiavi -. “Hora Mystica”, che è una rarità, pagina breve e delicata pubblicata nel 1905 con la dedica all’amico scultore Leonardo Bistolfi, altro grande protagonista della vita artistica torinese. Poi l’ouverture “Le baruffe chiozzotte”, brano del 1907 portato al successo da Toscanini che di Sinigaglia fu amico e attento esecutore».

Ad aprire la serata sarà il «Concerto n. 2 op. 66» di Giuseppe Martucci con protagonista Giuseppe Albanese, uno dei pianisti più talentuosi della sua generazione. «È un’opera sontuosa e particolarmente complicata per il solista, ma sono sicuro che un musicista straordinario come lui saprà superare abilmente la prova. È una pagina dal taglio brahmsiano e proprio la musica mitteleuropea collega Martucci a Sinigaglia che studiò a Vienna e conobbe e frequentò Brahms». Chiuderà il poema sinfonico «I pini di Roma» di Ottorino Respighi che celebra con enfasi le bellezze della città descrivendole con brillante perizia. «Si tratta del brano sinfonico italiano più famoso che tutte le orchestre portano all’estero – conclude Schiavi -. La sua presenza in questa serata è significativa e credo faccia onore a Conlon, poiché se sono in programma due compositori di cultura mitteleuropea, di cui uno, Sinigaglia, ebreo, morto a causa delle rappresaglie naziste, la cui musica era stata cancellata per un periodo, ha voluto affiancare Respighi, che veniva visto come inserito nel fascismo. L’importante è fare buona musica e James Conlon ne è testimone con il suo instancabile impegno nel valorizzare autori spesso dimenticati».

Il concerto sarà replicato sabato con trasmissione in diretta su Radio3.

All’Auditorium Toscanini via Rossini 15, il 1° febbraio ore 21

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